Che spettacolo #Venere di notte. Qualche mese fa vi raccontavo della sonda #ParkerSolarProbe che per raggiungere il suo vero obiettivo di studio, il #Sole chiede un aiutino gravitazionale a Venere per orientare la sua orbita correttamente e volare il più vicino possibile alla nostra stella per studiare le dinamiche del #Ventosolare . Per ben 7 volte gira intorno a Venere e perché non approfittare di questi passaggi ravvicinati per puntare i propri strumenti verso il pianeta misterioso? Durante il suo terzo giro 11 luglio 2020 i suoi strumenti sono riusciti a scovare qualcosa di molto interessante nel lato notturno del pianeta da 12000 Km circa di distanza.
Oltre ad un bordo luminoso che potrebbe essere originato dalla luce emessa dagli atomi di ossigeno che nell’alta atmosfera si ricombinano in molecole da questo lato, si nota una evidente zona più scura al centro che corrisponde in profondità alla più grande regione degli altipiani sulla superficie venusiana.
Quelle scie luminose sono invece causate da un mix di particelle cariche #raggicosmici e luce solare riflessa da granelli di polvere spaziale e particelle emesse della navicella per l’impatto con quei granelli di polvere. #WISPR , lo strumento che ha catturato questo spettacolo è progettato per acquisire immagini della corona solare e del vento solare e delle sue strutture. La cosa che più ha incuriosito è però quella zona più scura a causa della temperatura più bassa rispetto all’ambiente circostante, quasi 30°C in meno. Ma si sono tutti meravigliati perché lo strumento è progettato per vedere luce visibile e quindi si aspettavano tutti di vedere solo nuvole. Ma è come se la telecamera avesse sbirciato più in profondità come se fosse in grado di percepire anche il calore. Se non fosse così vuol dire che potrebbero aver trovato una sorta di “apertura” nell’atmosfera vesuviana che permette di vedere attraverso l’atmosfera. Per fortuna abbiamo ancora giri da fare e quindi in questi gironi gli strumenti sono stati messi al lavoro per catturare altri dati interessanti. Come vi racconto spesso tante volte grandi scoperte si fanno quasi per caso con missioni che hanno tutt’altro obiettivo.