Non tutte le missioni portano ai risultati attesi, ma proprio questi imprevisti inaspettati si rivelano spesso come fonte di maggiore conoscenza sui luoghi del sistema solare dove approdiamo.
Fu così per #huygens su #Titano , tutti si aspettavano cadesse in un mare di metano mentre trovò l’asciutto. Ora ci arriva notizia che anche il nostro caro #insight su Marte abbia trovato un po’ di problemini con il suo trapano che doveva scavare la superficie del pianeta per indagare sulla sua temperatura interna. Se vi ricordate, durante la nostra caccia alla comete, vi mostravo il modellino di questo lander con tutti i suoi apparati di bordo, lo definivo il nostro piccolo geologo marziano. Dall’Aprile 2019, quando è stato rilevato il primo terremoto marziano (o come ha detto qualcuno martemoto), ne sono stati rilevati oltre 480. Il nostro piccolo MarInsight ha preso nota con molta attenzione di questi segnali provenienti dalla “pancia” del pianeta arrivando a rilevare leggere scosse fino ad un massimo di 3.7 gradi. Certo il dato è molto disturbato dai forti venti nonostante il suo scudo. Ora il problema si è posto con un altro strumento, la sonda termica H3 che doveva arrivare almeno a 40 cm di profondità, e che non è stata in grado di ottenere l’attrito dal terreno, di cui aveva bisogno per scavare. In effetti ha tentato più volte ma il terreno inaspettatamente era poco compatto per dare l’attrito giusto. E allora il team di controllo le ha provate tutte. Addirittura come farebbe un bambino sulla spiaggia per compattare la sabbia per il suo castello, con la paletta sul braccio robotico ha tentato anche di compattare il terreno per creare più attrito ma niente. E così in settimana scorsa hanno annunciato la fine dei tentativi per questo strumento. Questa esperienza ha insegnato molto per le future missioni marziane. Certo avere quel dato termico subito sarebbe stato utile perché, come dicono dalla missione, i futuri astronauti potrebbero dover scavare nel suolo per accedere al ghiaccio d’acqua e soprattutto ci aiuterebbe a comprendere il potenziale del sottosuolo di accogliere lo sviluppo di vita microbica. Nonostante ciò Insight continuerà il suo lavoro ancora per molto
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