Pensate che sogno se un giorno potessimo alimentare i nostri #razzispaziali ad #acqua e perché no anche le nostre automobili o altri macchinari vari.
Giorni fa un bambino mi ha mandato un video del suo razzo a propulsione ad acqua. Li l’acqua dava la propulsione per pressione ma la NASA sta lavorando su un vero motore a razzo alimentato ad acqua sin dai primi anni dell’Agenzia. L’acqua è formata da #idrogeno e #ossigeno che sono gli elementi che alimentano i razzi spaziali già dagli anni ’60. L’idrogeno produce la massima velocità di scarico di qualsiasi carburante per missili e l’ossigeno lo aiuta a bruciare. Tutto ciò che serve per separare i due elementi dell’acqua è una carica elettrica applicata. Questo processo in chimica viene chiamato #elettrolisi . Sembra molto facile vero? In un documento del 1969 dell’attuale Glenn Research Center della NASA si legge che “Teoricamente, il razzo ad elettrolisi dell’acqua offre molti vantaggi rispetto ai sistemi di controllo più convenzionali tra cui materiali sicuri, ad alte prestazioni, conservazione semplice, lunga durata e bassi requisiti di alimentazione”. E allora perché non si è ancora utilizzato? All’epoca una tecnologia che permettesse questo processo era considerata complessa e presentava anche degli svantaggi, come dimensioni, peso e potenza limitata disponibile per l’elettrolisi.
Come vi ho ripetuto più volte nei miei racconti per l’esplorazione dello spazio si cercano punti di approvvigionamento dell’acqua su altre lune asteroidi o pianeti anche per poterla trasformare in carburante per basi spaziali e soprattutto per i viaggi di ritorno sulla Terra. Ad oggi si sta ancora lavorando soprattutto per superare i problemi relativi alla gestione di idrogeno ossigeno e vapore surriscaldato come la corrosione. Oggi abbiamo per fortuna piccoli satelliti a basso costo su cui sperimentare gli ormai famosissimi #CubeSats. La tecnologia parte dalla costruzione di serbatoi che trasportano abbastanza acqua per alimentarli per circa tre anni. In orbita, un elettrolizzatore alimentato da pannelli solari divide l’acqua in ossigeno e gas idrogeno in vaschette separare per essere trasferiti nella camera di combustione quando serve
Leave a Reply