Oggi vi parlerò di come un’osservazione possa trarre in inganno o addirittura possa essere stimolo per nuove ricerche su una strada differente. Protagonista di questa storia è sempre il nostro amatissimo #telescooiospazialehubble . Ritorniamo indietro di almeno 16 anni quando il nostro amato telescopio spaziale puntando in direzione della stella #Fomalhaut a 25 anni luce di distanza riesce a fare un’osservazione unica e straordinaria. Un esopianeta individuabile addirittura alla luce visibile. Straordinario visto che gli esopianeti di fatto sono troppo piccoli e deboli per essere visti. Immediatamente partono i calcoli e gli studi e nel 2008 viene battezzato col nome di #Fomalhautb o #Dagon.
L’entusiasmo dei cacciatori di esopianeti sale alle stelle tanto che nel 2012 viene confermato e ipotizzato come un gigante gassoso su un’orbita di 1.700 anni, altamente ellittica attorno alla sua stella ospite. Inizia allora uno studio accurato delle immagini di Hubble ma, nel 2014 la sorpresa. Il pianeta era sparito del tutto.
Immaginate lo stupore e la grande delusione per una scoperta persa così ma forse non consideravano che dietro questa scomparsa potesse celarsi una scoperta ancora più sensazionale rara ed unica da osservare. Probabilmente quello che avevano osservato non era un pianeta extrasolare ma la probabile conseguenza di una collisione tra due planetesimi di dimensioni molto grandi. Un evento rarissimo da osservare ma il telescopio spaziale Hubble probabilmente ha girato il suo obiettivo al momento giusto verso la stella Fomalhaut . Interpretare Dagon come esopianeta aveva sempre creato dei problemi. Fomalhaut è una stella piuttosto giovane, di circa 440 milioni di anni, e ancora circondata da resti del disco protoplanetario. I pianeti intorno a questa giovane stella dovrebbero essere piuttosto giovani e caldi e e avere una buona emissione di raggi #infrarossi cosa che Dagon non faceva. E poi era troppo luminoso per essere un giovane pianeta appena formato. Lo studio dettagliato delle immagini del telescopio spaziale nel corso del tempo a portato a dedurre che la portata dell’evento osservato fosse si tutt’altra origine. Anche questo è il bello della ricerca
Leave a Reply